Descrizione
Un antico apologo giapponese narra del sanguinoso rito di iniziazione cui deve sottoporsi una lepre bianca per riconoscere definitivamente la sua bellezza e singolarità di creatura. Richiamando quel mito in epigrafe, La lepre bianca è anche il titolo del romanzo di formazione d’un giovanissimo Franco Matacotta (1916-1978), il bardo neorealista di Fisarmonica rossa, il poeta dell’angoscia esistenziale infine liberata in La peste di Milano e altri poemetti. Proponendolo ai lettori nel ’46, così ne parla l’autore, alla maniera di una dichiarazione di poetica: “Questo romanzo, scritto nella primissima giovinezza, reca dell’età tutte le audacie e le asprezze. Spietata e struggente analisi di una famiglia popolana e di un ambiente paesano, la storia di questo ragazzo (…) introduce nella narrativa italiana dell’infanzia e dell’adolescenza una sincerità, una crudezza e talora ferocia, che le erano del tutto sconosciute”.