Theatrum civitatum

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Descrizione

Ambasciatore imperiale a Venezia, letterato, alchimista, ex galeotto, collezionista, finto abate di San Martino di Walska, spia, Domenico Federici (Fano, 1633-1720) sembra lo spregiudicato personaggio di un romanzo di Victor Hugo.
Fondatore con la propria raccolta del nucleo originario della Biblioteca civica di Fano che ha preso il suo nome, Federici apprestò, tra l’altro, una collezione di carte geografiche delle città e dei paesi del XVI-XVII secolo, diventata nel tempo un atlante molto particolare utilizzato come ausilio dei suoi interessi politico-militari, che ha preso il nome di Theatrum civitatum e che viene qui riproposto con un ampio apparato storico e critico.

Giorgio Mangani è storico del pensiero geografico. Si occupa di geografia culturale, storia della cartografia, teoria e storia del paesaggio e del territorio. Tra i suoi libri: Il disegno del territorio. Storia della cartografia delle Marche (1998, con F. Mariano); Il “mondo” di Abramo Ortelio. Misticismo, geografia e collezionismo nel Rinascimento dei Paesi Bassi (1998, rist. 2006); Cartografia morale. Geografia, persuasione, identità (2006); Geopolitica del paesaggio. Storie e geografie dell’identità marchigiana (2012); Gherardo Cibo, dilettante di botanica e pittore di paesi (2013, con L. Tongiorgi Tomasi, Premio “Pasquale Rotondi” 2014); Antichità inventate. L’archeologia geopolitica di Ciriaco d’Ancona (2017); La bellezza del numero. Angelo Colocci e le origini dello stato nazione (2018).

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