Descrizione
Postfazione di Joyce Lussu
Come in un “palazzo della memoria” medievale, le stanze della Pensione Paradiso sono abitate da un campionario di caratteri femminili (qui l’unico maschio, il Mercante, non ha nome proprio, metafora transeunte dell’anonima forza persuasiva dell’eros), in costante dialogo con i propri sentimenti. Elvira, la maga, Chiara l’attrice presunta, Veronica la traduttrice, Elisa la prostituta, Viola l’amica del cuore, attraversano i corridoi dell’albergo di Letizia, la protagonista, con le loro esistenze fragili e in cerca d’amore, idolo che, come scriveva il Platone richiamato nel titolo, sfugge continuamente alla presa, mai né povero né ricco. Pubblicato nel 1984, con la presentazione di Joyce Lussu, come opera prima di Emma Rossi, Pensione Paradiso viene riedito oggi, testimonianza della raffinatezza dei sentimenti di quegli anni, di cui abbiamo imparato ad avere nostalgia.
“…Letizia osserva, medita, consola, abita le sue stanze private e distibuisce le chiavi delle altre ospiti. Qualche volta, candidamente, non resiste alla tentazione di spiare…”
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