Descrizione
Secondo Marcel Proust, i nomi dei paesi sono all’origine di una specie di eccitazione della fantasia e della memoria. A differenza delle parole (che hanno invece perso questa forza per essersi appiattite nel comunicare informazioni divenute stabili), essi evocano immagini interiori che fanno viaggiare la nostra mente in un mondo di colori e di odori con il potere di condizionare la stessa percezione dei luoghi veri e con il rischio di farceli apparire deludenti. Il nome di Firenze, per esempio, gli richiamava l’immagine di una città profumata come una corolla, mentre quello di Parma gli evocava il colore mauve delle violette, che diventava subito profumo pungente.
Prendendo a prestito il titolo di un capitolo della Recherche, questa guida, nata nell’ambito di un progetto di ricerca condotto all’Istituto di Geografia dell’Università di Urbino, cerca di ricostruire la forza evocativa, emotiva dei nomi dei luoghi marchigiani, la loro funzione di traccia della memoria per storie, aneddoti, favole, ma anche per le vicende storiche realmente accadute, trasfigurate nella tradizione popolare in forme simili al linguaggio dei sogni.
Ne emerge un itinerario della memoria e dell’identità locale, derivato non solo dalle corrette etimologie toponomastiche, ma anche, e soprattutto, dalle storpiature e dalle derive fantastiche che hanno storicamente caratterizzato l’imposizione dei nomi ai luoghi e la loro continua ricodifica.
Una guida a quanto vi è (e resta) di “intraducibile” di un territorio, argine apparentemente impalpabile, ma in realtà duro come la pietra, contro la “totale traducibilità” dei luoghi imposta dalle dinamiche culturali della globalizzazione.
La versione cartacea di questo volume è esaurita.