Descrizione
Poche istituzioni culturali hanno saputo conquistare lo spirito di Ancona come il teatro delle Muse. Già ai tempi del primo progetto, quello che porterà alla costruzione della fabbrica progettata da Pietro Ghinelli, inaugurata nel 1821, era sembrato che il teatro delle Muse rappresentasse il luogo della pacificazione sociale e dell’unità della città, secondo le idee liberali e antipapaline della classe dirigente anconetana risorgimentale, anche per la simbolica sostituzione dell’edificio delle Carceri e del Bargello, che la costruzione del teatro aveva resa necessaria. A distanza di quasi duecento anni, il nuovo edificio progettato da Danilo Guerri e Paola Salmoni sembra esemplificare nuovamente le speranze di sviluppo, l’ambizione alla costruzione di una comunità civile moderna all’altezza delle funzioni di capoluogo, di cui la città è stata investita nel 1860 prima e nel 1970 dopo.
Il volume curato da Marco Salvarani in occasione della riapertura delle Muse rappresenta quindi un risarcimento della memoria storica di questa istituzione, per troppi anni lasciata alla celebrazione mitologica e acritica o all’oblio.
La fabbrica, gli spettacoli, il peso delle offerte musicali, liriche e di prosa nel contesto nazionale e locale, la complessa gestione della macchina impresariale, i grandi successi, le crisi e le rinascite vengono raccontati in questo libro con competenza critica per far emergere, nei difetti e nei pregi, il ruolo autorevole esercitato dalle Muse nella programmazione musicale italiana, tra 1827 e 1943, e nella costruzione dell’identità culturale e civile di Ancona.