Descrizione
Questo libro affronta il tema dell’economia internazionale del turismo. Un sesto dell’intera umanità spende per viaggiare fuori dal proprio paese, nel proprio tempo libero più che per il cibo, le automobili, le abitazioni, lo sport Il turismo impiega 127 milioni di lavoratori, un lavoratore su quindici del totale degli occupati del mondo. Con 3500 miliardi di dollari di fatturato annuo, l’industria delle vacanze è la voce principale degli scambi commerciali. Il 70% di queste attività si svolge nei paesi avanzati, ma il turismo è stato considerato una delle chances più accessibili per pilotare economie povere e società a basso reddito sulla via dello sviluppo. Il turismo è anche un settore il cui prodotto è fatto della stessa materia dei sogni. L’unica verifica della qualità dell’offerta risiede nel livello di auto soddisfazione dell’immaginario del consumatore. Ed è anche un settore volatile e fragile, nel quale Al Qeida, un’epidemia, una petroliera che affonda, una guerra in Iraq, possono far diventare polvere, anni di investimenti, di lavoro, di comunicazione.
Perché partono i turisti, con quali aspettative, con quali strumenti incontrano il paesaggio dove si reca, quali rapporti tessono con le popolazioni che offrono quel paesaggio. Come è cambiato il viaggio turistico dai tempi del Grand Tour, come è cresciuta la moda dei bagni dal giorno di fine Settecento in cui re Giorgio si immerse accompagnato da un concerto di trombe, cosa vuol dire che un villaggio di Bali raggiunto in aereo sia vicino all’Europa più di quanto non lo sia un piccolo centro della Calabria da Milano se si viaggia in treno. Soprattutto, in questo libro, si leggono le storie del turismo alle Maldive e a Bali e vengono presentati due casi di potenziale sviluppo in due paesi inediti in questo campo: l’Albania e il Mozambico.